Senza Padrone……

di Daniela Tarricone

 

Il problema della solitudine e dell’iperattaccamento

 

(articolo tratto dal n. 3/2006 della rivista “Cani” – Editoriale Olimpia – Autrice: Daniela Tarricone – vietata la riproduzione, anche parziale)

Abbiamo passato in rassegna nel numero scorso i comportamenti indesiderati che vengono emessi dal cane durante la separazione dai proprietari.

Abbiamo visto che tali comportamenti vengono manifestati per far fronte al disagio che l’animale prova quando rimane da solo, o perché non riesce a fare a meno dei proprietari oppure perché vive la solitudine come una spiacevole condizione di isolamento. E anche se le manifestazioni sono sovrapponibili le problematiche sono diverse e diversamente vanno affrontate. Nel primo caso c’è sempre un problema di iperattaccamento ad una o più figure umane di riferimento e l’animale si sente perso non appena vengono a mancare, o perché durante lo sviluppo comportamentale del cucciolo non si è favorito il normale processo di distacco, oppure perché dopo troppi spostamenti da una famiglia ad un’altra il cane acquisito ormai da adulto non riesce a rilassarsi se non quando ha sotto gli occhi i padroni e solo la loro presenza lo fa sentire al sicuro.

Comunque sia, se il problema da risolvere è l’iperattaccamento é cruciale il comportamento dei proprietari, i quali devono gradatamente (anzi con estrema gradualità) insegnare al cane che non sempre può avere le attenzioni e il contatto che desidera e che inoltre in famiglia le attività si svolgono per iniziativa degli umani e non più sua. In altre parole il cane dovrà imparare a contare un po’ più su sé stesso, cosa in molti casi molto difficile da ottenere in quanto il cane, per i due diversi ordini di motivi, ha sviluppato una dipendenza psicologica patologica dalle figure umane di riferimento e la loro assenza lo pone in uno stato di grande angoscia, che non va sottovalutata. In tutti questi casi il consiglio spicciolo lascia il tempo che trova e solo un terapista del comportamento potrà essere di aiuto.

Le punizioni vanno severamente bandite e anche le indicazioni qui sopra accennate se non vengono applicate con estrema cautela e in considerazione di tutte le piccole sfumature che connotano il singolo caso inevitabilmente falliscono, anzi rischiano di aggravare il problema preesistente.

Il fatto è che il legame affettivo, emotivo e psicologico che si crea fra un animale e il suo padrone è qualcosa di estremamente complesso, impossibile da decifrare completamente, ogni volta unico e irripetibile, pertanto per intervenire senza compiere danni bisogna essere dotati di molta sensibilità, di capacità di empatia, bisogna cioè saper entrare profondamente in contatto con entrambi i partners cercando di aiutarli a stabilire una relazione meno interdipendente, ma nel contempo stando attenti a non privarli troppo presto di sicurezze di cui non possono al momento fare a meno.

E’ cruciale dunque rendersi conto che anche per i proprietari può essere difficile distaccarsi dal proprio animale e che niente può essere dato per scontato o applicato in modo troppo rigido. Un esempio persuasivo?

Fra le regolette classiche che vengono assegnate quando il cane presenta problemi di iperattaccamento c’è quella di non farlo assolutamente dormire sul letto. Abbiamo spiegato che arrivato alla pubertà, nell’ambito del suo gruppo sociale naturale, non è più consentito al cucciolo di occupare le aree di riposo privilegiate della madre, e che questo insegnamento insieme ad altri induce gradatamente il giovane a distaccarsi dalla figura materna e ad avviarlo verso la propria autonomia.

Ma se si impone troppo presto questo cambiamento nella famiglia adottiva ne soffriranno tanto il cane quanto il padrone, anzi il più delle volte quando l’animale avrà cominciato ad accettare la nuova condizione il padrone non la reggerà e sarà proprio lui a fare marcia indietro e, con qualche scusa, a voler dormire di nuovo appiccicato al suo diletto! Vedremo attraverso qualche esempio nel prossimo numero come sia importante intervenire in modo diverso di caso in caso.